Nio venderà il suo primo modello ibrido in Europa
Nio finora ha prodotto e lanciato solo modelli elettrici. Ma, a causa del suo successo sempre più calante soprattutto in Europa, anche lei sembra voler entrare nella corsa ai veicoli ibridi, e lancerà il suo primo plug-in proprio in Europa nel 2026, sfruttando il suo nuovo marchio Firefly.
Dopo Onvo, già presentato, Firefly è il secondo dei nuovi brand creati dalla “Tesla d’Oriente” per recuperare le vendite, e pensati principalmente per i mercati non cinesi. A dare la notizia Reuters, che cita a sua volta fonti vicine a CYVN Holdings, uno dei principali investitori di Nio.
Il cambio di rotta di Nio
L’introduzione di veicoli ibridi rappresenta un cambio di rotta per Nio, che in precedenza aveva smentito l’intenzione di sviluppare modelli PHEV e dichiarato che Firefly si sarebbe concentrato esclusivamente su veicoli elettrici, come tutti i suoi marchi. Ma la lenta espansione della rete di stazioni di scambio batteria e restrizioni doganali, come i nuovi dazi europei sulle auto elettriche prodotte in Cina, hanno portato l’azienda a rivalutare la propria strategia.
In particolare, i veicoli elettrici di Nio, tra cui anche quelli di Firefly, sarebbero soggetti a un dazio d’importazione del 30,8% nell’UE (20,8% di dazio aggiuntivo oltre al 10% già esistente).
Nio prevede di lanciare il modello ibrido nel 2026, con le prime consegne stimate per l’anno successivo, nel 2027. Questi veicoli saranno destinati esclusivamente ai mercati esteri, mentre Nio manterrà la propria linea di veicoli esclusivamente elettrici in Cina, dove la rete di stazioni di scambio batteria è ormai ben consolidata con oltre 2.600 postazioni operative.
Il lancio di un modello Firefly ibrido è stato oggetto di alcune controversie. All’inizio di novembre, la testata cinese Yicai aveva annunciato che Firefly avrebbe adottato un sistema di propulsione PHEV. Tuttavia, Qin Lihong, co-fondatore e presidente di Nio, ha successivamente smentito la notizia, affermando che Firefly avrebbe mantenuto una linea puramente elettrica con funzionalità di ricarica, scambio batteria e aggiornamento tecnologico.
Questo cambio di versione ha suscitato curiosità riguardo alla reale strategia di Nio, sottolineando come il brand stia valutando con attenzione ogni mossa per affrontare le complessità del contesto internazionale, e superare la sua ormai lunga crisi.
La crisi di Nio in Europa
Nio ha lanciato i suoi veicoli elettrici in Europa nel 2021, partendo dalla Norvegia e proseguendo nel 2022 con l’introduzione in Germania, Paesi Bassi, Danimarca (dove l’abbiamo provata) e Svezia. Tuttavia, la costruzione di infrastrutture di scambio batteria fuori dalla Cina si è rivelata più difficile del previsto. L’azienda aveva fissato un obiettivo di 120 stazioni di scambio batterie in Europa entro la fine del 2023, ma finora sono operative solo 57 stazioni in cinque paesi. Un passo importante è stato comunque compiuto con l’apertura di uno stabilimento di produzione di stazioni di scambio a Biatorbágy, in Ungheria, attivo dalla fine del 2022.
Nel 2023, Nio ha venduto solo 22 auto in Germania nel mese di settembre, e appena 1 in Danimarca, raggiungendo un totale di 323 unità per l’anno in corso, un numero ancora modesto rispetto ai risultati in Cina, dove ha registrato oltre 20.000 veicoli venduti in ottobre. I principali ostacoli sarebbero i prezzi troppo alti, nonostante l’ottima qualità costruttiva delle sue auto, oltre alla diffidenza generale degli europei nei confronti dei veicoli cinesi, salvo eccezioni.