
Niente più dazi? L’UE tratta con la Cina per un “prezzo minimo” delle elettriche
Chi di dazi ferisce di dazi perisce? La mossa di Trump, che ha sospeso i dazi per due mesi su tutto, tranne che sulle auto anche europee, ha spaventato e non poco i Paesi europei. E sembra aver fatto capire a Bruxelles il lato negativo di qualcosa che, seppur in maniera più settoriale e meno d’impatto, hanno imposto anche loro.
Come riporta Reuters, Unione Europa e Cina avrebbero deciso dia prire una trattativa che valuti l’introduzione di prezzi minimi sulle auto elettriche cinesi, come alternativa ai dazi che l’Europa ha imposto dal 2024. Lo ha dichiarato giovedì un portavoce della Commissione Europea, confermando che i colloqui sono pronti a partire immediatamente.
I tedeschi festeggiano
La notizia, anticipata dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt, segna un importante passo avanti nel tentativo di ridurre le tensioni commerciali tra le due potenze, in un contesto globale sempre più frammentato dal ritorno a politiche protezionistiche.
Il commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, ha discusso dell’iniziativa con il ministro del Commercio cinese Wang Wentao nelle ultime 24 ore. Entrambe le parti hanno espresso apertura verso l’idea di sostituire i dazi con un meccanismo di “price undertaking”, ovvero l’impegno da parte dei produttori cinesi a rispettare un prezzo minimo per i veicoli esportati nell’UE.
Accordi di questo tipo non sono una novità in ambito commerciale, ma finora sono stati applicati quasi esclusivamente a materie prime o prodotti standardizzati. L’estensione a beni complessi come le automobili rappresenta quindi un banco di prova inedito, sia per l’efficacia che per la possibilità di far rispettare tali impegni.

Nel frattempo, i dazi imposti dall’UE nell’ottobre 2024, che arrivano fino al 45,3% per i veicoli cinesi, restano in vigore. Questi colpiscono in particolare grandi marchi come BYD (17,0%), Geely (18,8%) e SAIC (35,3%), oltre al consueto 10% di dazio standard.
La Commissione Europea ha ribadito che qualsiasi accordo sul prezzo minimo dovrà essere altrettanto efficace e applicabile quanto le tariffe attuali nel contrastare i presunti effetti distorsivi dei sussidi statali cinesi.
In tutto questo, festeggiano maggiormente i tedeschi, perché l’industria automobilistica tedesca è quella più esposta alle tensioni tra UE e Cina. Fin da subito, la Germania aveva votato contro l’introduzione dei nuovi dazi, e anche dopo l’incontro diplomatico tra le due potenze, la VDA, l’equivalente tedesco dell’ACI, ha definito i dazi un “errore” e ha sollecitato una soluzione diplomatica.
Non è un caso che le case automobilistiche tedesche si mostrino particolarmente preoccupate: un terzo delle loro vendite nel 2024 è avvenuto in Cina, secondo mercato per importanza dopo gli Stati Uniti. Una guerra commerciale con Pechino rappresenterebbe quindi un rischio enorme per marchi come Volkswagen, BMW e Mercedes.
Verso una normalizzazione?
Se l’accordo sui prezzi minimi dovesse concretizzarsi, rappresenterebbe un compromesso importante e potenzialmente replicabile in altri ambiti. Sarebbe anche un segnale che, nonostante le tensioni, l’UE e la Cina sono ancora in grado di dialogare per difendere i rispettivi interessi economici.
Resta da vedere se l’iniziativa troverà una reale applicazione e soprattutto se riuscirà a bilanciare gli interessi dei produttori europei con quelli dei consumatori, sempre più attratti dalle auto elettriche cinesi per il loro prezzo competitivo e la crescente qualità.
Nel frattempo, i riflettori restano puntati sui negoziati. L’esito potrebbe cambiare le regole del gioco nell’intero mercato globale dell’auto elettrica.