Onvo parte bene in Cina con le consegne nel caos
Nio è al centro di molte polemiche da parte dei clienti in Cina, a causa delle prime consegne del suo nuovo marchio Onvo, e del SUV Onvo L60, che a quanto pare sono state gestite molto male.
Le consegne sono iniziate lo scorso 28 settembre, ma nei primi giorni molti clienti si sono lamentati a causa di disorganizzazione e forti favoritismi. Sembra infatti che Nio abbia consegnato le vetture a utenti che le avevano ordinate a settembre, lasciando aspettare chi le aveva ordinate già a maggio.
Onvo accusata di scarsa trasparenza
Secondo quanto riportato da CarNewsChina.com, Nio ha consegnato 832 unità della Onvo L60 nei primi tre giorni, con una media di circa 277 auto al giorno. Tuttavia, questo ritmo di consegna è stato oscurato da una serie di lamentele emerse tra i clienti cinesi.
Di fronte a queste critiche, Nio ha subito risposto, scusandosi per la confusione generata nella gestione delle consegne. L’azienda ha spiegato che uno dei principali problemi è stato legato alla disponibilità limitata di scorte prima dell’avvio delle vendite ufficiali. La produzione della Onvo L60 è iniziata il 15 agosto, e Nio era riuscita a produrre circa 2.000 unità prima del lancio ufficiale. Tuttavia, di queste, circa 1.000 vetture erano state destinate a esposizioni e test drive per la stampa e i concessionari, cosa che ha ridotto la disponibilità per i clienti.
Nio ha ammesso di aver cercato di prepararsi alle consegne in anticipo, inviando una lista di ordini “bloccati” al team di consegna già il 19 settembre. Tuttavia, a causa di un errore operativo, non è stato possibile abbinare correttamente gli ordini confermati alle auto già pronte per la consegna. Di conseguenza, alcuni clienti che avevano effettuato ordini a settembre si sono ritrovati con l’auto prima di quelli che avevano prenotato a maggio.
L’azienda ha scoperto l’errore solo tre giorni dopo l’inizio delle consegne, quando ormai era troppo tardi per correggere la situazione. Nio ha riconosciuto pubblicamente le proprie responsabilità, ammettendo di aver commesso degli errori operativi e ha nuovamente chiesto scusa ai clienti per l’inconveniente.